Le nuove linee guida sulle micotossine nell'allevamento bovino
Le micotossine rappresentano una minaccia silenziosa ma diffusa tanto negli alimenti destinati al consumo umano quanto nei mangimi per animali. Si tratta di contaminazioni di origine biologica, potenzialmente dannose per la salute dei capi in allevamento e, indirettamente, anche per l’uomo. In ambito zootecnico, le conseguenze possono riguardare non solo lo stato sanitario ma anche la loro produttività, la capacità riproduttiva e il benessere complessivo, con inevitabili ricadute economiche.
Per questo motivo, il monitoraggio costante delle micotossine nei mangimi è oggi una priorità per allevatori, veterinari e zootecnici. A tal proposito, il professor Antonio Gallo e il dottor Alessandro Catellani del Dipartimento di Scienze Animali, della Nutrizione e degli Alimenti (DiANA) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, hanno pubblicato l’aggiornamento 2025 del documento tecnico “Linee Guida Micotossine e limiti nelle diete per Bovini”.
Il cuore del nuovo aggiornamento è una tabella dettagliata che indica i livelli soglia delle principali micotossine nella dieta dei bovini, espressi in termini di sostanza secca. I valori riportati sono frutto di un’accurata sintesi della letteratura scientifica più recente e sono stati scelti con un approccio prudenziale: rappresentano infatti le concentrazioni al di sotto delle quali l’impatto sulle prestazioni e sulla salute degli animali può considerarsi minimo o trascurabile.
Tuttavia, superati questi limiti, le conseguenze possono diventare significative. Le performance produttive – in termini di quantità e qualità del latte o della carne – possono calare, mentre possono emergere problematiche immunitarie e fisiologiche che incidono sul benessere degli animali.
Uno strumento pratico fornito nel documento è la formula per stimare la presenza di micotossine nella dieta totale a partire dalla concentrazione rilevata in un singolo alimento. La formula è la seguente:
Livello di Tossina nella Dieta Totale (ppb o ppm) = Livello di Tossina nell’Alimento (ppb o ppm) × [Quantità dell’alimento nella dieta (kg ss/capo/giorno) ÷ Quantità totale della dieta (kg ss/capo/giorno)]
Portiamo ad esempio il calcolo del DON (deossinivalenolo, noto anche come vomitotossina) nel silomais. Se questo alimento presenta una concentrazione di DON pari a 2.0 ppm (sulla sostanza secca), e viene somministrato in quantità di 30 kg tal quale per capo al giorno, con una percentuale di sostanza secca del 35%, l’apporto effettivo sarà di 10.5 kg di sostanza secca al giorno. Se la dieta totale assunta dall’animale è di 25 kg di sostanza secca, il livello di DON nella razione complessiva sarà pari a 0.84 ppm.
Un dato tutt’altro che trascurabile, considerando la potenziale tossicità di questa micotossina. E un richiamo ulteriore alla necessità di controlli costanti e gestione accurata delle razioni alimentari. La prevenzione, in questo campo, è l’arma più efficace.
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