Effetti della somministrazione di lievito vivo su bovine nel periparto

Effetti della somministrazione di lievito vivo su bovine nel periparto

L’uso di lieviti (Saccharomyces cerevisiae) devitalizzati nell’alimentazione dei ruminanti comporta vari effetti positivi, tra cui il miglioramento delle fermentazioni ruminali grazie all’apporto di vitamine, aminoacidi essenziali e al blocco delle endotossine batteriche da parte delle loro pareti, che ritornano in un miglioramento delle performances.


 

RESPONSABILE SCIENTIFICO: Prof. Erminio Trevisi
RESPONSABILI DELLA SPERIMENTAZIONE ANIMALE: Dott. Fiorenzo Piccioli Cappelli
SPONSOR: PROSOL S.r.l. (https://www.prosol-spa.it)
DURATA: 2022-2023

Prof. Erminio Trevisi

Presidente, Cerzoo Srl - Centro di Ricerca per l'Allevamento e l'Ambiente
Professore Ordinario di Zootecnia Speciale, Università Cattolica del S. Cuore di Piacenza e Cremona

Dott. Fiorenzo Piccioli Cappelli

Ricercatore, Università Cattolica del S. Cuore di Piacenza e Cremona

Contesto

L’uso di lieviti (Saccharomyces cerevisiae) devitalizzati nell’alimentazione dei ruminanti comporta vari effetti positivi, tra cui il miglioramento delle fermentazioni ruminali grazie all’apporto di vitamine, aminoacidi essenziali e al blocco delle endotossine batteriche da parte delle loro pareti, che ritornano in un miglioramento delle performances. Negli ultimi anni è stata introdotta la possibilità di utilizzare i lieviti anche nella forma viva, per cui sono stati sviluppati ceppi di lieviti con proprietà differenti nella sopravvivenza ruminale, per cui riproducendosi nei prestomaci funzionano come ottima fonte di aminoacidi essenziali e di vitamine del gruppo B, in quantità ben superiore a quelle di altri microbi ruminali, che sono di fondamentale importanza per il metabolismo delle bovine specialmente nella fase critica del periparto. Inoltre, sviluppandosi nel rumine i lieviti attivi possono operare un maggior sequestro delle endotossine di origine microbica, limitando il loro effetto dannoso sulla salute degli animali se assorbite.

Obiettivi    

 L’obiettivo della ricerca è la valutazione dell’efficacia della somministrazione di un prodotto a base di lievito vivo ( Biosprint® ) prodotto dalla PROSOL srl Madone- BG), durante il periparto delle bovine da latte. Le indagini sono state svolte su 24 bovine allevate presso la stalla sperimentale di CERZOO srl, le quali sono state monitorate a partire da 3 settimane prima del parto e fino a 8 settimane dopo. Le bovine sono state divise in due gruppi omogenei per caratteristiche produttive e fase di gravidanza: gruppo controllo (CTR) e gruppo trattato (PROSOL). Il lievito è stato somministrato mescolato con l’unifeed.

 

Controlli  

•     Composizione chimico-nutrizionale degli alimenti e delle diete;

•     stato di salute e benessere delle bovine;

•    tempo di riposo;

·     stato di ingrassamento (BCS) e temperatura rettale;

•    attività di ruminazione giornaliera;

•    peso vivo giornaliero;

•     produzione di colostro e suo contenuto in immunoglobuline; peso del vitello alla nascita;

•     produzione di latte e valutazione del tenore in grasso, proteine, lattosio, conducibilità elettrica (sistema AFILAB), attitudine alla coagulazione, urea, cellule somatiche (FTIR);

•     prelievi ematici per valutare ematocrito, glucosio, NEFA, BHB, colesterolo (totale, LDL, HDL), trigliceridi, urea, creatinina, albumine, globuline, proteine totali, GOT, GGT, paraoxonasi (PON), fosfatasi alcalina, aptoglobina, ceruloplasmina, mieloperossidasi, Ca, Mg, P, Zn, metaboliti reattivi dell’ossigeno (ROMt), Advanced oxidation protein products (AOPP); antiossidanti totali (FRAP), gruppi tiolici (SHp);

•    prelievi di feci per la valutazione della digeribilità.

 

Risultati ottenuti

Le bovine dei due gruppi hanno avuto valori medi di ingestione simili sia nel periodo di asciutta che in quello di lattazione. Solo nella fase terminale dei controlli (42-56 giorni dal parto) le bovine trattate hanno evidenziato una più elevata ingestione di sostanza secca, sebbene la ruminazione sia risultata tendenzialmente inferiore nelle bovine trattate. Questi dati lascerebbero ipotizzare una maggiore degradazione della fibra nel rumine delle bovine trattate, ipotesi che parrebbe supportata anche dai valori di β-idrossibutirrato (BOHB) maggiori nelle bovine che hanno ricevuto il lievito, BOHB che dovrebbe essere di origine ruminale in quanto non sono state rilevate differenze tra i valori di NEFA, glucosio, trigliceridi nel plasma delle bovine dei due gruppi. Tra le bovine dei due gruppi non sono emerse differenze per quel che riguarda lo stato infiammatorio, infatti aptoglobina, ceruloplasmina, zinco sono risultati simili per concentrazioni e andamento nel corso della prova. L’unico aspetto di rilievo è l’aver riscontrato nelle bovine trattate minor concentrazioni di ROMt e tendenzialmente maggiori di FRAP (Ferric Reducing/Antioxidant Power), in coerenza con le capacità del lievito vivo di bloccare le endotossine batteriche e al contempo produrre vitamine che supportano l’organismo a contenere i fenomeni infiammatori. Le variazioni positive determinate dalla supplementazione con lievito vivo, sono la causa che ha determinato nelle bovine trattate una migliore produzione di latte. In particolare, nel secondo mese di lattazione le bovine trattate hanno avuto una maggiore produzione media giornaliera (TRT = 49,1 kg/d, CTR = 46,1 kg/d), pur mantenendo le stesse concentrazioni di grasso e proteine.

 

Pubblicazioni

https://www.mdpi.com/2076-2615/14/3/472

 

 

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lievito vivo ingestione digeribilità della dieta performance qualità del latte profilo immunometabolico