Una via per ridurre i gas serra negli allevamenti bovini

Una via per ridurre i gas serra negli allevamenti bovini


La ricerca si è focalizzata sull’efficacia del 3-nitroossipropanolo (3-NOP) nell’inibire la produzione di metano enterico nelle bovine da latte

 

È ormai assodato come la maggior parte delle attività produttive comporti l’emissione di gas a effetto serra. E certamente anche l’allevamento zootecnico concorre a questo fenomeno, anche se in misura limitata e inferiore a molte altre attività economiche.

Peraltro, da tempo la ricerca scientifica si sta concentrando su questo problema, sperimentando diverse vie per ridurre negli allevamenti la produzione di gas serra, quali idrogeno e soprattutto metano. In particolare, ciò può avvenire attraverso l’uso di svariati additivi alimentari, generalmente di origine naturale, in grado di ridurre sensibilmente la produzione da parte dei microorganismi nel rumine di questo gas.

Nei bovini, la metanogenesi avviene a livello enterico per azione di microrganismi di origine antichissima chiamati Archaea (o archeobatteri). In questi anni, la ricerca scientifica ha mostrato la possibilità di intervenire sule vie metaboliche che in questi microrganismi conducono alla liberazione di metano negli stomaci dei bovini e, da questi, all’ambiente.

 

Un aiuto dal 3-nitroossipropanolo

In questi mesi, nella stalla sperimentale del Cerzoo, il Centro di ricerche per la zootecnia e l’ambiente dell’Università Cattolica, è in corso uno studio sull’utilizzo di 3-nitroossipropanolo, prodotto per sintesi chimica ma naturalmente contenuto in alcune piante. Questa sostanza dovrebbe ridurre la metanogenesi enterica tramite la sua azione inibitoria che opera selettivamente a livello della via metabolica che porta alla sintesi di metano da parte degli Archaea.

 

La ricerca

L’obiettivo della ricerca – di cui è responsabile scientifico il professor Erminio Trevisi e responsabile sperimentale il professor Maurizio Moschini – è misurare gli effetti del 3-nitroossipropanolo sulle emissioni di metano enterico, sull’ingestione, sulla quantità e qualità del latte e sui biomarker a livello ematico. Le indagini sono svolte su 30 animali allevati presso la stalla sperimentale di Cerzoo, divisi in due gruppi, ovvero un gruppo ricevente il trattamento e un gruppo di controllo alimentato con un placebo. La prova consiste in due esperimenti consecutivi della durata di 91 giorni, i quali prevedono l’impiego di 30 animali ciascuno. I due esperimenti differiscono per le condizioni climo-meteorologiche: periodo caldo in un primo caso e freddo nel secondo. In entrambi i periodi gli animali sono trattati con 60 mg di 3-NOP per kg di sostanza secca.

 

I controlli

Lo studio – condotto anche grazie alla collaborazione con DSM Nutritional Products AG e Parmalat Spa –  prevede molti e articolati controlli. Tra i quali, la composizione chimico-nutrizionale degli alimenti e delle diete; la misurazione dell’ingestione individuale di alimento, l’emissione di metano, anidride carbonica e idrogeno attraverso la tecnologia GreenFeed presente nella stalla Cerzoo, lo stato di salute e benessere delle bovine, controllata anche mediante l’analisi di un ampio ventaglio di indicatori ematici dello stato metabolico-infiammatorio, il tempo di riposo, lo stato di ingrassamento (Bcs), l’attività di ruminazione, l’andamento del peso vivo, i parametri chimico-fisici del liquido ruminale e la produzione di latte e sue caratteristiche sanitarie, chimico nutrizionali ma anche tecnologiche (attitudine alla caseificazione).

 

I primi risultati

Al termine del primo periodo sperimentale, la supplementazione di 3-nitroossipropanolo ha sensibilmente ridotto la produzione di metano enterico, con cali delle emissioni negli animali trattati pari a circa il 40% rispetto ai capi del gruppo di controllo, alimentato con un placebo. La presenza del 3-NOP, nonostante il calo della produzione di metano, non ha modificato le condizioni di salute degli animali e la produzione di latte, la quale è rimasta quantitativamente invariata in seguito alla somministrazione del trattamento, mentre sono state rilevate delle variazioni per quanto riguarda l’aspetto qualitativo, con un tendenziale miglioramento dei titoli e delle proprietà tecnologiche.